Presentazione della Mostra fotografica alla Comunità ebraica di Siracusa
Testo di Giorgio Speciale
INTRODUZIONE
Cari amici e Fratelli Maggiori,
che prendete parte a questo incontro,
è per me motivo di grande gioia, essere qui, a portarvi parte della vostra cultura attraverso questa mia "mostra fotografica chiamata MOMENTI DI VITA EBRAICA, una mostra itinerante"; insieme alle vostre usanze, insieme alle nostre tracce ebraiche che hanno permesso a noi cristiani di avere ereditato il Cristo Salvatore.
Mi chiamo Giorgio Speciale, vivo a Barcellona Pozzo di Gotto, sono cristiano - cattolico, studente universitario della facoltà di lettere e filosofia, mi permetto di promuovere la comunicazione attraverso l'arte figurativa, lanciando dei messaggi alla società, come ho citato nel libro fotografico.
GIOVANNI PAOLO II e l'Incontro con ELIO TOAFF; Il Concilio Vaticano II
Ritornando all'espressione di voi fratelli,
Il concilio Vaticano II si è espresso chiaramente nella stretta comunanza ebraico - cristiana. Basta solo considerare i tre punti che Giovanni Paolo citò alla presenza del Capo Rabbino Elio Toaff nell'incontro storico del 13 Aprile 1986:
Il primo è che la Chiesa di Cristo scopre il suo “legame” con l’Ebraismo “scrutando il suo proprio mistero”. La religione ebraica non ci è “estrinseca”, ma in un certo qual modo, è “intrinseca” alla nostra religione. Abbiamo quindi verso di essa dei rapporti che non abbiamo con nessun’altra religione. Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori.(da aggiornare adesso che il precedente papa Benedetto XVI, nella sua visione, afferma "i nostri padri" nella fede.)
Il secondo punto rilevato dal Concilio è che agli ebrei, come popolo, non può essere imputata alcuna colpa atavica o collettiva,
per ciò “che è stato fatto nella passione di Gesù”. Non indistintamente agli ebrei di quel tempo, non a quelli venuti dopo, non a quelli di adesso. È quindi inconsistente ogni pretesa giustificazione teologica di misure discriminatorie o, peggio ancora, persecutorie. Il Signore giudicherà ciascuno “secondo le proprie opere”, gli ebrei come i cristiani (cf.Rm 2, 6).
Il terzo punto che vorrei sottolineare nella dichiarazione conciliare è la conseguenza del secondo; non è lecito dire, nonostante la coscienza che la Chiesa ha della propria identità, che gli ebrei sono “reprobi o maledetti”, come se ciò fosse insegnato, o potesse venire dedotto dalle Sacre Scritture, dell’Antico come del Nuovo Testamento. Anzi, aveva detto prima il Concilio, in questo stesso brano della Nostra Aetate, ma anche nella costituzione dogmatica Lumen gentium ), citando san Paolo nella lettera ai Romani (Rm 11, 28-29), che gli ebrei “rimangono carissimi a Dio”, che li ha chiamati con una “vocazione irrevocabile”.
LA NASCITA DELLA MOSTRA MOMENTI DI VITA EBRAICA
Ritornando adesso, alla circostanza in cui ci troviamo, spendo due parole sull'iniziativa che ha intrapreso il cammino della mostra fotografica partita da Formello e giunta oggi, nella splendida Siracusa, o per meglio dire, dentro la meravigliosa Sinagoga, culla e cultura di una comunità, a cui non manca di spendere sentimenti di gratitudine per la sua rifioritura da cinquecentoventi anni a questa parte.
L'idea di ricordare non solo quanto di doloroso è avvenuto in passato, ma anche quanto di allegro e di positivo continua ad esserci ancora oggi, è nata dall'Associazione de "il Melograno", Associazione sportivo culturale che ha sede a Formello (Roma) di cui faccio parte. Il presidente è Giovan Battista Brunori, persona di grande spicco giornalistico, ma un uomo dalle mille risorse per la Città di Formello e Le Rughe.
La moglie fa parte delle comunità ebraiche di Roma, Giovanna Benamozegh, direttrice Bibliotecaria de la Casa del Parco, via pineta sacchetti, Roma. Due persone a cui devo loro il grande sapere, e l'umiltà del dialogo. Il binomio cristiano - ebraico è il risultato del dialogo esistente nella loro famiglia.
«In realtà noi cristiani siamo innestati sul tronco ebraico, alimentati dalla stessa radice: è un rapporto misterioso e tormentato, ma anche straordinariamente fecondo di speranza»: [1]parole di Giovan Battista Brunori, che lasciano intendere la volontà di un apertura dentro il valore della Famiglia, e mi azzardo di affermare come una famiglia possa completarsi nella fede! (di loro si parla nel libro "FACCE DA CRISTIANI" di Biagioni Maria Chiara)
Il vedere la completezza di questa famiglia, mi ha spinto a conoscere, a scoprire da vicino, una volta avendo avuto tale opportunità, il mondo ebraico.
EXCURSUS STORICO DELLA MOSTRA
L'associazione "Il Melograno" ogni anno organizza per la giornata della Memoria, riflessioni di quanto è accaduto in passato, invitando rappresentanti di comunità ebraiche .
La vera svolta del 25/26/27 Gennaio 2013 fu quella di presentare la giornata della memoria in un nuovo scenario, una nuova forma di memoria, che permette di vedere da vicino che ancora oggi, dopo il genocidio di sei milioni di ebrei, vive la cultura ebraica. Non solo parlare di campi di concentramento, che sono il punto di base ma anche fare conoscere da vicino chi sono gli ebrei? Cosa fanno oggi? se esistono ancora oggi!
Sono domande che trovano risposta in queste fotografie che ho presentato con l'Associazione "Il Melograno" (foto scattate durante la festa di Kannukha dal 9 Dicembre 2012,) a Formello, volto di un un paese “complice” dell’azione di salvataggio dei perseguitati, con tante persone che si sono mosse – a rischio della vita – in soccorso di famiglie di religione ebraica. Una piccola “centrale” per la produzione di documenti falsi messa in piedi da funzionari del Comune.
La giornata dell'inaugurazione ha avuto luogo presso la sala Orsini alla presenza del Sindaco Sergio Celestino, e la presenza di un ebreo ALBERTO TERRACINA scampato alla tragedia grazie all'aiuto di una famiglia di Todi. La mostra poi allestita nella Biblioteca Casa del Parco di Roma dal 28 al 10 febbraio 2013 ha avuto la possibilità di fare incontrare le scuole di Roma, e dare loro un contributo alla cultura, avendo anche l'opportunità di entrare in contatto con esponenti delle Comunità ebraiche.
La mostra si è trasferita successivamente in Sicilia dal 17 al 24 Febbraio a Barcellona Pozzo di Gotto (Me), presso L'EX PESCHERIA, ovvero la sala che ha ospitato la mostra fotografica.
Una settimana intensa di cultura ebraica, i momenti più importanti; al mattino l'incontro con le scuole elementari, medie e superiori, nel pomeriggio visione del video curato dal Melograno sulla conoscenza ebraica di alcune feste, Lettura da parte di due attori Giuseppe Pollicina e Ivan Bertolami della Festa di Purim e Kannukha, laboratori per bambini attraverso un opuscoletto fornito dalla comunità ebraica nella festa di Kannukhà, momenti di riflessione di Fra Egidio Palumbo sull'ebraismo e cristianesimo a confronto, infine musica tradizionale ebraica curata da due giovani musicisti il Duo Daphne nella persona di Francesco Lipari e Carmen Mazzeo, nella serata musicale anche momenti di preghiera (l'Amidah, lo Shemà, la recita del Kiddush, il canto dei bambini nella notte di Pesach) interpretate da Ivan Bertolami.
Dal 3 al 10 Marzo, 2013 la mostra è arrivata a Castroreale, tramite LA PRO LOCO "ARTEMISIA" curata dalla Prof.ssa Mariella Sclafani. Castroreale presenta una storia abbastanza antica, nel giorno dell'inaugurazione è stato riletto il Bando del 1492 "Con “bando et comandamento” emesso a Palermo il 18 giugno 1492, dopo la promulgazione del 31 marzo da Granada, re Fernando di Castiglia e Aragona estendeva anche alla Sicilia, “con l’aggiunta di clausole persino più disgustosamente crudeli” , l’ordine di
espulsione degli ebrei precedentemente ispiratogli dal Torquemada per la terra di Spagna.
Il bando veniva a colpire una comunità di centomila persone, la più numerosa e ricca fra quelle stanziate nei territori italiani, già attivamente presente nell’isola dall’epoca romana. La reazione del popolo siciliano fu di pronta consapevolezza di quello che l’allontanamento degli Ebrei avrebbe significato per l’economia e la stabilità stessa della società dell’epoca. Un libro che parla di castroreale, che tratta della cacciata degli ebrei con il famoso editto si immedesima in un racconto romanzato e particolare, è quello di Gino Caruso "Mosè il Ricco".
Tramite Giuseppe Pyrroni abbiamo la possibilità di ri - scoprire alcuni elementi storici che segnavano la presenza di una sinagoga ebraica , dei resti oggi è solo presente un arco, presso la PIAZZA MOSCHITA, moschita in dialetto, tradotto Moschea, si pensa che allora le due realtà musulmana - ebraica convivevano insieme. La numerosa presenza ebraica trova spiegazione che dal 1324, per un privilegio concessole da Federico II d'Aragona, era città demaniale, e ciò costituiva una garanzia di protezione per gli ebrei, che dal canto loro versavano notevoli somme al sovrano e si impegnavano in opere utili alla comunità.
Il programma di Castroreale è rimasto simile a quello di Barcellona, infine nella Domenica, 10 Marzo, giornata di chiusura, grande festa di cucina ebraico -siciliana.
Oggi, ci troviamo qui, in questa SINAGOGA DI SIRACUSA, ovvero la Beit Knesset, appunto casa di riunione. Con grande meraviglia (nell'Aron - Arca Tabernaconolo della Torah) troviamo toroth ricoperti di stoffa secondo la tradizione occidentale, e toroh in legno secondo le tradizioni nord africane; orientali. Ancora una volta vedo il completamento di una cultura che si afferma nella Sicilia.
Sono orgoglioso di aver portato Siracusa, a Roma, orgoglioso di aver fatto conoscere voi, alle comunità ebraiche di Roma. Sappiamo oggi, che le comunità ebraiche sono tantissime, alcune ancora devono essere riconosciute dalla sede centrale di Roma.
Voi, siete il Centro sefardico, rappresentate la rinascita della cultura ebraica siciliana, di quella cultura spagnola che ha dominato la nostra isola.
Il Rav di Mauro, ha scoperto per caso di essere ebreo, tramite un soggiorno in America e dopo 500 anni, la cultura ebraica è tornata a casa, rientrando lui stesso da Rabbino a Siracusa!
Dal 2007 la comunità sefardita, si ritrova per pregare.
Ecco il senso dell'aver portato a Roma anche voi!
La mia terra, madre di una storia di popoli meritava di essere portata dentro le comunità ebraiche a Roma, tramite l' opportunità di questa mostra fotografica.
In voi ho visto il coraggio, nell'essere stati fotografati, come i vostri fratelli a Roma. Capisco la preoccupazione che ci può essere tra voi (così come a Roma) nei confronti dell'antisemitismo che purtroppo è come una bestia ancora aggressiva e pericolosa . Ogni giorno capita di incontrare i pregiudizi di chi offende e diffama il popolo ebraico su internet, con atti di violenza contro i negozi, con scritte sui muri, e in alcuni casi anche minacce fisiche come avviene soprattutto all'estero.
Ancora esiste chi fa una propaganda di odio, soprattutto in questo periodo di crisi economica in cui si cerca un capro espiatorio sul quale addossare ingiustamente tutte le colpe della crisi. La paura, l'odio, ostacolano la fratellanza tra culture diverse che invece è il nostro obiettivo.
Come non pensare ancora oggi al sistema dei mass media sulla campagna anti israeliana, ostile ad uno dei pochi paesi democratici che ci sono in medi - oriente? Questo clima di diffidenza - si capisce - crea altra diffidenza e rischia di far chiudere le persone e le comunità in loro stessi."
Il senso di questa mostra rappresenta anche questo! Superare le difficoltà!
In queste tappe a me care, ho avuto modo di incontrare gente che non conosceva la vostra storia - cultura.
Siete conosciuti solo per i campi di concentramento. Queste sessanta foto, "qualcuno le ha definite; reportage giornalistico" perché parlano della vostra vita! e la curiosità della gente nel conoscervi ha permesso, un apertura al dialogo!
Sono rimasti entusiasti,i bambini ma anche gli adulti rimanendo a bocca aperta quando parlavo di voi! Le gente si è sentita toccata, quando citavo la città di Siracusa, sentendosi in casa propria, vedevo in loro quasi il desiderio di venirvi a bussare alla vostra porta conoscendovi di presenza.
Mi avvio alla conclusione di questa breve presentazione fotografica, nel suo significato più profondo, ringrazio il Melograno per questa opportunità, nella persona di GiovanBattista, ringrazio il Rav di Mauro per la possibilità che mi ha dato di essere oggi qui, presente insieme alle mie fotografie che parlano di voi fratelli ebrei. Avete con voi il libro della pace che fate firmare, segnando il patto di amicizia e di impegno nel diffondere la fratellanza, a voi mi unisco, promuovendo la cultura ebraica, siciliana, ma anche italiana.
Questa mostra continuerà a viaggiare, in italia, Vorrei concludere con voi, con una parola di speranza: Shalom!
Grazie tante; “Todà rabbà”.
Siracusa, 17 Marzo 2013
Centro Sefardico Siracusa